Il docufilm “L’uovo di Ridolfi”, il valore architettonico di Terni, l’importanza dell’architettura nei grandi ambienti. Ne parliamo con Agnese Trincia, presidentessa del Gruppo Giovani Ance Terni e vicepresidente del Gruppo Ance Umbria.
Il 30 aprile si è tenuta la proiezione del docufilm “L’uovo di Ridolfi”, patrocinata da Ance Giovani Umbria e Ance Terni.
Il lungometraggio vede come protagonista la città di Terni e offre uno spaccato sulla ricostruzione del paese umbro nel dopoguerra, sulla base delle indicazioni urbanistiche e dei progetti di tre maestri dell’architettura contemporanea: Mario Ridolfi, Volfango Frankl e Domenico Malagricci.
A tal proposito abbiamo intervistato Agnese Trincia (Resco S.r.l.), presidentessa del Gruppo Giovani Ance Terni e vicepresidente del Gruppo Ance Umbria.
Trincia ha sottolineato la grande fortuna che gli abitanti della città hanno nel vivere a stretto contatto con le architetture di questi tre maestri e di come sia proprio questo fattore ad avere suscitato interesse tra il pubblico.
Il documentario sull’architetto Ridolfi, proiettato lo scorso 30 aprile, ha avuto un grande successo. Come Ance Giovani Terni avete promosso questa iniziativa. Perché ha avuto questo seguito secondo voi?
Dal mio punto di vista il docufilm ha avuto un grande successo poiché ha suscitato curiosità tra gli abitanti di Terni, che vivono a stretto contatto con l’architettura di Mario Ridolfi e non solo.
Io, come tanti altri studenti, ad esempio, ho frequentato la scuola media ‘Leonardo da Vinci’ e ho, dunque, avuto la fortuna di seguire il percorso formativo all’interno di un edificio ideato e progettato dall’architetto Ridolfi.
Quando si vive in una città del genere e si è circondati da edifici belli, ma allo stesso tempo funzionali, ciò spinge gli stessi cittadini a interessarsi e a rendersi conto del patrimonio architettonico di cui si è circondati.
Ritiene che oggi il mondo delle costruzioni debba prendere ispirazione dal passato?
Assolutamente sì. Credo che sia un processo che si è già verificato e che accadrà sempre, perchè alla base dell’evoluzione c’è sempre uno studio del passato. Credo che non si inventi nulla da zero.
Trarre ispirazione dai lavori dei nostri predecessori può essere utile per rielaborare, creare una nuova linea di progettazione e per trovare l’innovazione in ciò che ci circonda. Il tutto tenendo in considerazione le esigenze del proprio tempo.
Come rappresentante dei giovani imprenditori come vede il futuro di questo settore e perché le giovani generazioni dovrebbero studiare per entrare in questo mondo?
Dal mio punto di vista il settore edile è un mondo che sa offrire molte opportunità, ma bisogna saperle cogliere. Sicuramente non è una realtà facile. Richiede tanto impegno, passione e dedizione e per questo motivo, inizialmente, può scoraggiare i più giovani che hanno iniziato da poco questo percorso. Per questo motivo bisogna avere tanta energia e interesse per iniziare, ma poi i risultati arrivano.
Personalmente, trovo il mondo dell’architettura estremamente affascinante. Vedere come le architetture modellano lo spazio, lo modificano, e conoscere il processo che porta allo sviluppo degli ambienti è molto interessante.
La vostra città in questo film viene sicuramente posta al centro dell’attenzione. Ha finalmente il risalto che merita?
Sicuramente la storia dell’architettura e dell’urbanistica di Terni è per lo più sconosciuta al grande pubblico. Coloro che non operano nel mondo edile e gli stessi cittadini, non conoscono l’importante lavoro di studio e progettazione realizzato nel dopoguerra a Terni, da Mario Ridolfi e gli altri architetti.
Proprio per questo motivo, apprezzo molto il lavoro fatto per documentare la storia di ricostruzione e il valore architettonico che viene finalmente riconosciuto alla città. I cittadini devono conoscere il patrimonio che li circonda e il ruolo che l’architettura svolge nel modellare i grandi spazi.
Quindi, vedere il docufilm permette di avvicinarsi a questa realtà e di comprendere il perché di certe scelte progettuali, prese in passato dagli architetti nella città umbra.