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    Pronti, presenza, via! Al XXIV Convegno Ance Giovani si è discusso del futuro del settore

    19 Novembre 2024
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    Venerdì 15 novembre, presso la splendida cornice dell’Acquario Romano a Roma, si è tenuto il XXIV Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori Edili.

    “Pronti, Presenza, Via!” è stato il titolo scelto da Ance Giovani per quest’anno: un viaggio attraverso la consapevolezza delle sfide e la determinazione a guidare il cambiamento. Il convegno ha affrontato le principali sfide che il settore delle costruzioni si trova ad affrontare oggi, tra cui la necessità di adattarsi a un contesto economico in continua evoluzione, la gestione del Pnrr e del Superbonus, la semplificazione del Codice degli Appalti, la rigenerazione urbana e la sostenibilità ambientale.

    Donati: resilienza, investimenti e sfide

    Resilienza e creatività sono state le parole chiave. I giovani imprenditori si sono detti pronti a reagire alle continue emergenze che ormai caratterizzano il settore, ma anche a guardare al futuro con fiducia e determinazione, per contribuire alla crescita del Paese.

    Angelica Donati, Presidente di Ance Giovani, ha aperto i lavori rilanciando con entusiasmo il titolo del convegno, “Pronti, presenza, Via”. Ha inoltre sottolineato l’importanza dei dati presentati dal Vicepresidente nazionale dell’Ance, Piero Petrucco, che dimostrano la solidità e la competitività delle imprese associate.

    “Oggi le nostre imprese – ha affermato Donati – hanno una maggiore solidità patrimoniale e investono sul proprio futuro, con un aumento degli investimenti e una riduzione del debito a breve termine. Questo dimostra la fiducia in una crescita stabile e duratura”. Donati ha poi ricordato il ruolo fondamentale del Pnrr e del Superbonus per la ripresa economica del Paese: “Sono stati strumenti cruciali per affrontare una situazione senza precedenti. Negli ultimi quattro anni, il settore edile si è adattato e trasformato, facendo fronte all’aumento dei costi delle materie prime e alle difficoltà di approvvigionamento energetico”.

    La Presidente di Ance Giovani ha poi evidenziato le novità positive introdotte dal decreto Salva casa, ma ha anche ribadito la necessità di ulteriori interventi per accelerare la crescita del settore delle costruzioni. “Il nuovo Codice degli Appalti, nato con l’obiettivo di semplificare la normativa precedente, rischia di trasformarsi in un ostacolo a causa dei recenti correttivi – ha spiegato Donati – La nostra richiesta è semplice: un quadro normativo chiaro che ci permetta di crescere in modo sano e di lavorare con efficienza, senza impantanarci nella burocrazia”. Donati ha riconosciuto la ripresa del settore dopo oltre un decennio di crisi, che ha trainato la crescita del PIL italiano e ha aiutato il Paese a superare una fase economica difficile. “Ma pensare di poter risolvere le crisi intervenendo in modo discontinuo sul settore significa condannare il Paese a una decrescita strutturale”.

    Altro grande tema affrontato durante il convegno è stato quello della rigenerazione urbana. “In un Paese come l’Italia, dove la qualità della vita è strettamente legata alla qualità degli spazi urbani, – ha affermato Donati – l’assenza di una normativa univoca e la complessità delle leggi attuali spesso ostacolano le iniziative di rigenerazione. Invece di facilitare i progetti di riqualificazione, si rischia di frenare lo sviluppo delle città”.

    Urso: incentivi per la casa

    Al convegno, è intervenuto anche il Ministro delle imprese, Adolfo Urso, che ha proposto l’introduzione di incentivi per la casa ispirati al modello Olivetti. “Ci auguriamo di inserire nella legge di Bilancio, già in fase parlamentare, una misura per incentivare gli investimenti nel patrimonio abitativo per i lavoratori da parte delle imprese”, ha dichiarato Urso. Questa misura si aggiungerebbe al fringe benefit elevato a 5000 euro per i neoassunti che devono trasferirsi. “Un terzo intervento – ha spiegato Urso – potrebbe essere quello di mettere a disposizione il demanio, incentivando anche i fondi di investimento oltre alle imprese”.

    Brancaccio: emergenza casa e dissesto idrogeologico

    I lavori sono stati chiusi dalla Presidente Nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio, che ha posto l’accento sul tema della casa, definendolo una vera e propria emergenza nazionale, insieme al dissesto idrogeologico. “La manovra di bilancio prevede che entro giugno il ministero elabori un piano casa, ma i lavori del tavolo al Mit hanno subito un rallentamento”, ha sottolineato Brancaccio. La Presidente dei costruttori ha ricordato che “anche durante il periodo elettorale, con le elezioni europee e regionali, c’è stato un dialogo costante con le strutture tecniche e legislative. Manca però l’indirizzo politico. Speriamo che da lunedì, con il ritorno dei referenti politici nei ministeri, si possa andare avanti”.

    Brancaccio è poi tornata sul tema della manovra economica, esprimendo apprezzamento per il taglio del cuneo fiscale: “Non c’è dubbio che fosse una misura necessaria per il Paese”. La Presidente dell’Ance si è tuttavia detta preoccupata per la programmazione degli investimenti futuri, prevista dal 2027 in poi: “Questo ci preoccupa. È comprensibile che sia legato alla conclusione del Pnrr, ma sappiamo che la programmazione richiede tempo. Non si può arrivare al 2027 senza avere le idee chiare e senza la certezza di poter spendere subito le risorse stanziate”.

    Brancaccio ha infine sollevato la questione del dissesto idrogeologico: “Avevamo chiesto con forza di stanziare risorse e di avviare riforme su questo fronte. Il dissesto idrogeologico costa al Paese 3 miliardi l’anno, quindi oltre alla tragedia delle vite umane c’è anche un problema di costi per la fragilità del nostro territorio”.

    In conclusione, la Presidente ha ricordato l’importanza della riqualificazione del patrimonio immobiliare: “L’Italia, come gli altri Stati membri, – ha ricordato Federica Brancaccio – nel giro di un anno e mezzo circa dovrà presentare all’Europa le misure che intende adottare per raggiungere gli obiettivi della direttiva Green entro il 2050. Sarà necessario avviare un confronto serio già nel 2025”.

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