Su Corriere Mag il punto di vista dei Presidenti su sfide e opportunità del futuro.
Il settore delle costruzioni contribuisce in misura rilevante alla crescita economica del Paese in questi anni in cui l’Italia registra dinamiche particolarmente positive per quanto riguarda l’andamento del PIL. Sul fronte degli investimenti a livello nazionale il 2023 si è chiuso con un incremento, in termini reali, intorno al 5% sul 2022. Un andamento positivo che ritroviamo anche in Umbria dove la produzione, espressa in ore lavorate, è cresciuta del 9% a fronte di una media nazionale inferiore al 3%. Ciò ha comportato una ricaduta occupazionale molto positiva con un aumento del numero degli operai attivi dell’11% contro una media italiana del 4,6%. Così come si riscontrata una tenuta del tessuto imprenditoriale che registra un +5% di imprese attive nell’anno rispetto a quello precedente, a fronte di un dato nazionale pari all’ 1,8%. Quanto emerge dai numeri conferma il ruolo propulsivo delle costruzioni a livello territoriale, considerato che ogni milione di investimento costituisce un moltiplicatore consistente in termini di indotto. Se questo è il passato quale sarà il prossimo futuro? I primi mesi del 2024 sono stati caratterizzati da evidenti segnali di inversione del ciclo espansivo, soprattutto per effetto dei provvedimenti restrittivi del governo riguardanti tutte le agevolazioni previste dal Superbonus che negli ultimi tre anni aveva contribuito a realizzare oltre un terzo del Pil nazionale. Le preoccupazioni sono solo in parte bilanciate dalla ricostruzione post-sisma, dai maggiori investimenti pubblici per i quali si prevede un’ulteriore e importante crescita (+20%) grazie al Pnrr e dall’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione, firmato il 9 marzo 2024, tra governo e Regione Umbria. Quest’ultimo strumento prevede un programma triennale (2024-2026) di lavori pubblici che riguarderanno il potenziamento delle reti infrastrutturali di trasporto, la riqualificazione degli spazi ad uso della collettività, l’efficientamento energetico, la ristrutturazione e l’allestimento di spazi da destinare all’erogazione di servizi sanitari. “Queste risorse – spiega il Presidente di Ance Umbria, Albano Morelli – possono aiutarci a recuperare pil e a realizzare infrastrutture sicure, efficienti e sostenibili. Dobbiamo quindi guardare al futuro con realismo e con la consapevolezza che è necessario rafforzarci come sistema delle imprese, così da affrontare al meglio le sfide di un mercato che sarà sempre più condizionato dall’innovazione – anche digitale – e dagli obiettivi di sostenibilità”. Il Presidente di Ance Perugia, Giacomo Calzoni, sottolinea come l’Umbria sia stata, sin dal passato, penalizzata sul piano dello sviluppo infrastrutturale rimanendo così isolata dalle principali direttrici del traffico internazionale. Per Calzoni “sostenere con risorse adeguate e mirate la transizione ecologica e digitale significa per le nostre imprese e per la regione avere l’opportunità di recuperare terreno e competitività. Per raggiungere gli obiettivi, però, sarà fondamentale essere coesi, ovvero che sistema economico, mercato e istituzioni operino con una comunione di intenti e condividano tutte le tappe della strada tracciata”. Per quanto riguarda l’edilizia privata, invece, il Presidente di Ance Terni, Massimo Ponteggia, sottolinea che, “se si vuole garantire un minimo di sopravvivenza al settore e alle imprese della filiera, fortemente penalizzati dalla conclusione convulsa della stagione del superbonus, è indispensabile, indipendentemente dal tema di questi giorni della cessione dei crediti, puntare su una proroga delle agevolazioni fiscali ordinarie ben oltre l’attuale scadenza di fine 2024”. In questa logica per Ance appare determinante focalizzarsi ancora di più sull’efficientamento energetico, anche nell’ottica di favorire e rendere così più facilmente raggiungibili gli ambiziosi traguardi definiti dalla Direttiva “Case green”.
Allo stesso tempo, a maggior ragione nella nostra regione, occorre insistere sulla messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare esistente attraverso la prosecuzione del sismabonus. Ecco allora che per raggiungere entrambi gli obiettivi diventa indispensabile puntare su uno strumento come il “sismabonus acquisti” che ha dato buona prova di sé, ma che probabilmente non è stato sufficientemente valorizzato. Dare forza e stabilità nel tempo a tale incentivo, infatti, consentirà di realizzare nuovi edifici completamente adeguati alle più recenti normative in materia di sicurezza sismica e, allo stesso tempo, di ottenere un netto miglioramento delle prestazioni energetiche in linea con gli standard attuali. Andando in questa direzione si permetterà, inoltre, alle imprese che operano nel comparto dell’edilizia privata, e al relativo importante indotto, di non disperdere, ma anzi di consolidare, quel minimo di stabilità e strutturazione che sono riuscite faticosamente a mettere in piedi in questi ultimi due – tre anni di attività.