In occasione del lancio della proiezione del documentario “L’uovo di Ridolfi” del prossimo 30 aprile a Terni abbiamo intervistato il Presidente di Ance Terni, Massimo Ponteggia per scoprire in anteprima alcuni lati e retroscena del celebre architetto.
Presidente, questo documentario sigla un altro traguardo per il mondo della progettazione e per chi costruisce sul territorio. Parliamo proprio di un architetto di fama internazionale. Siete orgogliosi di promuovere questo docufilm?
Mario Ridolfi è stato un grande protagonista della scena urbanistica e architettonica italiana. Ha realizzato alcuni degli edifici più iconici di Terni. È nato a Roma ma ha costruito molto a Terni e questa città gli deve molto. Mi ricordo che da giovane ho incontrato Ridolfi più volte e lo ammiravo perché aveva un modo di vivere la progettazione vero, autentico. Era il primo ad andare in cantiere a parlare con operai e artigiani, a entrare in connessione con tutti coloro che partecipavano alla realizzazione dell’opera. Questo sapore autentico purtroppo si è perso negli anni e questo documentario è un modo per riviverlo e riproporlo.
Come mai avete deciso di supportare questa iniziativa? Pensate che possa essere di ispirazione per chi lavora in edilizia o per chi, ancora giovane, studia per entrare in questo settore?
Penso che rivivere l’esperienza di un grande architetto come lui possa ispirare intere generazioni di progettisti e costruttori. Oggi il mondo dell’edilizia paga lo scotto della tecnologia e dell’industrializzazione e ha perso di vista l’importanza del manufatto unico e dell’artigianato. Sicuramente adesso i processi sono più veloci e la digitalizzazione ci consente di ridurre tempi e costi, ma abbiamo perso il senso dell’architettura come progetto artistico, come opera utile ma anche come decoro urbano. Il documentario può invitare giovani e meno giovani a riflettere sul percorso evolutivo della progettazione nel corso degli ultimi anni e magari a riscoprire alcuni vecchi valori che potrebbero risultare oggi valore aggiunto.
Ance Terni crede nella cultura e nel fatto che si debba portare avanti il senso di appartenenza e la cultura di impresa? Come supportate le vostre imprese?
La cultura è fondamentale per portare avanti il nostro discorso. Gli stessi giovani possono imparare molto dalla lezione di architetti come Ridolfi, dunque ben vengano eventi come questo. Continuare a studiare e ad aggiornarsi è utile per tutti noi: i tempi cambiano rapidamente, gli strumenti e le norme si evolvono, ma dobbiamo avere sempre ben chiaro il passato. Fare cultura di impresa sul territorio è uno dei nostri obiettivi per supportare adeguatamente i soci.