Le Associazioni Territoriali del cratere si sono incontrate per discutere su alcuni temi decisivi per il buon esito della ricostruzione.
Si è tenuta martedì 26 marzo un’importante riunione della Struttura Coordinamento Terremoto di Ance presso la sede di Roma.
L’incontro, al quale hanno partecipato per Ance Umbria il Referente della Commissione Sisma Sante Tulli e il Direttore Ernesto Di Benedetto, era finalizzato alla definitiva approvazione di un documento di proposte ed emendamenti all’attuale normativa, elaborato di concerto da tutte le Associazioni Territoriali del cratere, con l’obiettivo di rendere la ricostruzione più sostenibile sia per le imprese che per i beneficiari del contributo.
Le proposte, infatti, si sono concentrate sull’allungamento dei termini massimi dei lavori, ritenuto imprescindibile per una ricostruzione completa, nonché su una maggiore elasticità di sospensioni e proroghe, nell’ottica di venire incontro alla fattuale realtà dei cantieri, senza rigidi e acritici vincoli formali.
Utile anche una proroga dell’applicabilità del superbonus 110% per gli interventi della ricostruzione, oltre il termine attualmente stabilito del 31.12.2025, ritenuto assolutamente non sufficiente a coprire temporalmente tutti gli interventi previsti.
Al Commissario è stato richiesto anche di consentire alle imprese di poter accedere alla piattaforma GE.DI.SI, di modo da monitorare il corretto avanzamento dell’iter tecnico-burocratico e di conseguenza segnalare tempestivamente disguidi o omissioni documentali.
Sempre al fine di perseguire una ricostruzione quanto più completa possibile, è stato richiesto inoltre di derogare per la zona del cratere ad alcune vigenti disposizioni di legge. Infatti, misure come la tassazione delle plusvalenze per gli immobili che hanno fruito di bonus edilizi, o la previsione di una polizza obbligatoria contro le calamità naturali, potrebbero scoraggiare fortemente potenziali beneficiari del contributo ad attivarsi in tal senso, con il concreto rischio di una ricostruzione frammentaria e di un ulteriore spopolamento delle zone interessate, già fortemente provate dal sisma.